Il neonato prematuro richiede un miglioramento organizzativo delle unità di terapia intensiva neonatale, compresa la valutazione di routine delle funzioni fisiologiche. Il lavoro di questo gruppo di osteopati italiani ha permesso di osservare le potenzialità di diminuizione della durata di degenza (e quindi di risparmio per l’azienda sanitaria) e della funzionalità del sistema gastrointestinale dei neonati prematuro.
Il neonato prematuro
I miglioramenti significativi nella tecnologia neonatale utilizzata nelle unità di terapia intensiva neonatale (NICU) negli ultimi 2 decenni, insieme alle linee guida di cura basate sull’evidenza, hanno migliorato significativamente l’ospedalizzazione e la sopravvivenza sia per i bambini con basso peso alla nascita, che per la popolazione prematuro residua, sebbene a caro prezzo.
La maggior parte delle degenze in ospedale pediatrico negli Stati Uniti è attribuibile a condizioni neonatali che si collocano tra le voci più costose nell’elenco dei servizi forniti ai bambini. Il costo medio per neonato è più alto per il neonato prematuro con età gestazionale tra 24-31 settimane, e il successivo più alto per quelli tra 32-36 settimane, al contrario della popolazione generale.
La durata della degenza nelle UTIN è fortemente associata ad età gestazionale e peso alla nascita. I neonati partoriti ad un’età gestazionale prematura hanno le degenze ospedaliere più lunghe, in parte a causa della maggiore incidenza di complicanze mediche nei neonati con peso alla nascita molto basso.
Tuttavia, rispetto ai neonati a termine, i neonati prematuri sono unici nel loro bisogno di raggiungere non solo la stabilità medica ma anche la maturità fisiologica, compreso un adeguato controllo della temperatura, la cessazione dell’apnea e della bradicardia e un comportamento alimentare adeguato, prima di essere dimessi in sicurezza a casa.
Il trattamento
Ogni neonato prematuro ha ricevuto cure osteopatiche entro 14 giorni dalla nascita, indipendentemente dall’applicazione di qualsiasi altra procedura (ad es. ventilazione meccanica, trasfusione di sangue o fototerapia).
La durata del trattamento variava tra 20-30 minuti. L’intero corpo del bambino è stato valutato e sono state fornite procedure manipolative come indicato dai risultati dell’esame strutturale palpatorio osteopatico. Le tecniche utilizzate sono state:
- miofasciale,
- approccio osteopatico craniale,
- bilanciamento delle tensioni membranose,
- bilanciamento delle tensioni legamento.
Risultati
Il presente studio suggerisce che l’OMT può ridurre l’insorgenza di sintomi frequenti di funzionalità gastrointestinale anormale. Meccanismi precisi per tali effetti positivi generati del trattamento osteopatico sono difficili da specificare, ma possono essere proposte diverse ipotesi sulla base di fattori neurologici, tissutali e neuroendocrini.
In termini di neurologia, vi è evidenza di un’associazione tra funzione del sistema nervoso autonomo e il trattamento osteopatico, che mostra una significativa relazione diretta tra tecnica di rilascio miofasciale e modificazioni nell’attività del sistema nervoso autonomo.
Per quanto riguarda l’interazione tra il trattamento osteopatico e la modificazione tissutale, i modelli in vitro evidenziano una possibile diminuzione della produzione di fattori infiammatori.
Un possibile ruolo dei fattori neuroendocrini può essere ipotizzato come indicato dall’evidenza dell’effetto dell’osteopatia sulla modifica dei biomarcatori del dolore nei pazienti affetti da lombalgia.
Questo studio mostra anche che un tasso più alto di neonati prematuri che ricevono cure osteopatiche possono essere dimessi prima dei 28 giorni.
Un tale risultato può avere importanti implicazioni per l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nel neonato prematuro. Concentrarsi sulla percentuale di pazienti dimessi prima di una determinata soglia, piuttosto che guardare alla riduzione media dei giorni di degenza, può essere molto rilevante per l’ottimizzazione della salute e il controllo dei costi. Ridurre il tasso di lunghe degenze ridurrebbe il numero di pazienti in terapia intensiva neonatale, consentendo la disponibilità simultanea di più culle per quei bambini che necessitano di cure specialistiche.
Conclusione
Lo studio suggerisce che il trattamento osteopatico può ridurre un’elevata incidenza di sintomi gastrointestinali e i tassi di soggiorni a lungo termine nel neonato prematuro.
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