Osteopatia, esercizio e stile di vita

Osteopatia, esercizio, consigli sullo stile di vita. Un approccio integrato

Approcci attivi/partecipativi per il paziente in ambito osteopatico. Di cosa si tratta?

Fin dagli albori, l’assistenza osteopatica centrata sulla terapia manuale è stata associata ad approcci attivi del paziente e supportata da consigli sullo stile di vita della persona:

  • Dieta bilanciata
  • Esercizio fisico e attività ludico ricreative

L’approccio partecipativo, che coinvolge attivamente il paziente, ad esempio con esercizi fisici assistiti, è stato nel tempo tralasciato, lasciando spazio ad approcci passivi per il paziente.

L’approccio manuale ha per certo una valenza nel miglioramento della consapevolezza corporea, nel supporto all’integrazione dei sistemi mente-corpo.

Tuttavia, in particolar modo nelle condizioni croniche, come ad esempio nel dolore persistente, la terapia manuale risulta avere effetti interessanti, ma brevi. Questi effetti possono essere ottimizzati nel tempo attraverso strategie comportamentali, educative, ad esempio l’esercizio assistito.

Il paziente con dolore cronico persistente, è talvolta poco aderente rispetto alle strategie comportamentali che lo coinvolgono attivamente. L’integrazione tra terapia manuale osteopatica ed esposizione graduale al movimento attivo ottenuta tramite strategie educative, counseling ed esercizio assistito, possono rappresentare un valido supporto verso il recupero e il mantenimento della salute in un’ottica di prevenzione terziaria.

Attualmente non vi è un modello comune di pratica clinica per quanto riguarda l’integrazione di esercizio e consigli sullo stile di vita con approcci manipolativi nella pratica clinica osteopatica.

In questa nuova pubblicazione, abbiamo valutato la letteratura pertinente sul funzionamento e sui principi degli approcci osteopatici attivi del paziente, quali ad esempio l’esercizio assistito.

Esercizio orientato alla fascia

Uno stile di vita sedentario provoca la produzione di una rete di fibre multidirezionali e riduce al minimo lo sviluppo di “crimpature”, ovvero connessioni fisiche ed elettriche della rete miofasciale.

L’allenamento orientato alla fascia, eseguito 1–2 volte a settimana per 6–24 mesi, è in grado di influenzare positivamente i processi di rimodellamento.

 

Esercizio work-in e mental imagery

L’uso di un esercizio “work-in”, in contraddizione con una mentalità “work-out”, in particolar modo quando associata al mental imagery può essere un valido strumento per aiutare i pazienti a promuovere l’attività del sistema nervoso autonomo predisponendo al riposo, alla digestione, alla riparazione dei tessuti. 

Il mental imagery è un processo cognitivo autogenerato di creazione e utilizzo di immagini, inclusa la visione di compiti motori, con o senza l’esecuzione del movimento. 

È stato dimostrato che questa strategia di esercizio mente-corpo ha un effetto benefico sull’output motorio-cognitivo e comportamentale e causa un’attività cerebrale simile a quella che si verifica con il movimento.

Esercizio basato sulla mindfulness

La persona affetta da condizioni croniche, così come da dolore persistente presenta spesso sensazioni corporee accentuate, ad esempio il livello di dolore. Queste condizioni possono talvolta essere accompagnate da basse percezioni di regioni corporee che possono esitare in movimenti quotidiani eseguiti con incertezza. L’esercizio basato sulla mindfulness ha lo scopo di aiutare la persona nell’imparare a rimanere maggiormente in contatto con il proprio corpo, dargli tutta l’attenzione cosciente in un dato momento, riconoscerlo e accoglierlo per quello che è permette di modulare un eventuale iperattività dello schema corporeo, dell’immagine corporea, della consapevolezza corporea, permettendo nuovamente di eseguire movimenti quotidiani liberi da incertezza e stress.

Esercizio, gamification e problem solving

La gamification, ludicizzazione, viene utilizzata durante gli esercizi assistiti con l’obiettivo di esporre gradualmente la persona al movimento libero da incertezza attraverso l’utilizzo del gioco e del supporto dell’operatore. 

L’unità corpo-cervello del partecipante è in grado di re-imparare i processi di adattamento attraverso l’esposizione a nuove situazioni in un luogo percepito come sicuro. 

Gli esseri umani incarnati migliorano il loro sense-making attraverso strategie relazionali orientate all’azione integrata di cervello-corpo nell’ambiente.

esercizio, mente-corpo

Inoltre, in questa revisione di scopo abbiamo proposto un possibile modello prospettico per selezionare le diverse tipologie di approccio attivo in ambito osteopatico, evidenziando anche l’integrazione della terapia manuale con l’esercizio e di altre strategie comportamentali di gestione del paziente.

La disfunzione somatica è considerata un’interfaccia tra osteopata e paziente: aiuta a personalizzare entrambe le strategie osteopatiche hands-on e hands-off, veicolando gli effetti del tocco e del movimento (i.e. durante gli esercizi assistiti).

La proposta emergente da questa revisione, potrà guidare un’agenda di ricerca per il raggiungimento di un modello di approccio attivo in ambito osteopatico informato dalle evidenze e condiviso dai professionisti.

 

osteopatia, esercizio

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